sabato 10 dicembre 2016

Ecco mia piccola Maria Stella... Io avevo appena 18 anni !

Lei e' la mia meravigliosa bambina, Maria Stella, e fra quattro giorni avrà cinque mesi.

Ho amato questa figlia dal primo istante in cui ho visto e ascoltato battere il suo cuore in quella ecografia...e' stato sconvolgente, lei era viva, era dentro di me, minuscola, quasi invisibile, ma il suo cuore batteva....e voleva me.

Avevo solo 18 anni...da due giorni..tanti progetti, sogni, allenamenti, gare, feste, scuola, divertimenti. Certo un figlio non era contemplato nel presente, neanche nel futuro, ne' semplice ne' anteriore; anzi per essere sincera non era contemplato proprio nella mia vita. 

Ma è capitato, come capita a tante ragazze come me e anche più giovani di me.
Lei era già li'......ho detto si. 

E queste siamo noi oggi. Mi hanno detto che ho avuto un coraggio enorme ad andare avanti da sola, un anno fa, cinque mesi fa e oggi. E' vero, c'è voluta tanta forza, ma ci vuole tanto coraggio anche ad affrontare una malattia, una perdita, un dolore, una gara, un rigore...perché non un figlio?

Chi mi conosce sa la mia storia, chi non mi conosce ha inventato le favole più fantascientifiche su di me e su di lei, e le mie povere orecchie hanno sentito di tutto.
 
Questa figlia e' nata da un grande amore, ma nessun amore, per quanto grande, e' sicuro.

E si resta sole, come qualunque altra donna che abbia concepito il proprio figlio in una sera in discoteca, o in un'avventura senza importanza, o con un uomo di cui non ricorda neanche il nome.

Non buttate i vostri bambini per chi non c'è più !
Non buttateli in cambio dell'amore o delle promesse di un uomo,
Non buttateli per i divertimenti, le feste, l'università, la libertà o per la prospettiva di una vita migliore,
Non buttate questo dono per il mondo, la gente, le chiacchiere, la vergogna, la paura di rovinarvi il corpo, la paura della solitudine...

Un figlio vale più di tutto questo, vale anche più di noi stessi.
E' vero all'inizio ci saranno genitori sconvolti, arrabbiati, delusi, amici che rideranno, vicini che spettegoleranno, persone che vi isoleranno come lebbrose, ma avete il vostro bambino, non siete e non sarete mai più sole e questo, credetemi, basta.

Basta una tuta vecchia con un cuore che vi scoppia di gioia nel petto mentre guardate il vostro bambino spegnere le candeline sulla sua torta anno dopo anno, piuttosto che avere venti paia di scarpe, una bella macchina e tanti vestiti, ma non riuscire a trattenere le lacrime al pensiero che il vostro bambino quelle candeline non le spegnerà mai... ...adesso avrebbe avuto un anno, adesso due....odiare per anni anche solo la vista di un pancione o di un passeggino e distruggersi pensando a come sarebbe stato, se vi avrebbe assomigliato almeno un po', come sarebbero stati i suoi occhi, i suoi capelli....e se fosse stato un maschietto o una bambina.

L'aborto non paga mai, l'aborto devasta per sempre e devasta te, non i tuoi amici, il tuo ragazzo o i tuoi genitori ....devasta te. E' invece il miracolo e' questo, un sorriso bellissimo, due manine grassocce e un amore indescrivibile.

Ho avuto tanto affetto, tante mani tese ad aiutarmi, incoraggiarmi, darmi forza, persone impensabili che magari prima neanche mi salutavano e dopo facevano a gara per chiamarmi, accompagnarmi e offrirmi il loro aiuto. Questo fanno i bambini, trasformano tutto ciò che è buio in una luce bellissima e diventano i figli e i nipoti di tutti .....Ahahahah professori compresi.

Restano i cuori duri, ma quelli non fanno storia.
Certo adesso nella mia borsa insieme all'iPhone e ai trucchi ci sono pannolini, biberon, salviettine e ciucci, ma siamo belle lo stesso, anzi siamo belle due volte. Le notti sono ancora abbastanza movimentate, latte, pagine da studiare, compiti da finire, tanta stanchezza, ma anche tanti sorrisi e facce strane. A volte lei si sveglia impaurita, allunga la sua manina a cercare i miei capelli o le mie guance e mi guarda come a dire...."Mamma dove sei ?"...e io la guardo e le dico "Amore, mamma e' qui"....lei mi sorride, chiude gli occhi ......e dorme !

Sono qui, questo e' il mio posto, accanto a te, abbracciata a te e ogni mamma sa che nessun posto al mondo e' bello come questo qui.

Madre Teresa di Calcutta diceva : "Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita, ma superando insieme tutte le difficoltà". E' vero.
 
Non buttate i vostri bambini.

Benedetta

Tre anni dopo la nascita di Maria Stella (26 settembre 2016)...

E allora eccola mia figlia !
ma Benedè tu hai una figlia !!!”

…e allora? 

Allora che significa questo per tutti voi che, gentilmente, mi ricordate che ho una figlia? 

Che ho una figlia e quindi valgo meno? 

Che ho fatto una figlia fuori dalle “regole” del mondo e a ventuno anni, oggi, non valgo più niente?
 



Eccola, guardatela bene, guardate le lacrime, la fatica, il dolore, le notti in bianco e i denti che ho stretto fino a sangue, sola, e sono andata avanti. 

Guardatelo questo miracolo e ragionate qualche volta.
 
Guardatela e ricordate che non valgo meno per questo: Non mi manca un pezzo di corpo, non ho un diploma che vale meno, non ho un lavoro peggiore e non sono meno bella per questo.
 
E quando aprite bocca e sputate e giudicate, ricordate che le donne come me valgono più di quello che siete voi. Mia figlia non sarà mai la mia vergogna, io non sarò mai la vergogna di nessuno. Chi mi ha scelto, e mi cammina accanto, vale più di chi ha cambiato strada.
(Oggi, Bendetta è fidenzata a Claudio, un bravo ragazzo di Roma)

venerdì 9 dicembre 2016

Lettera di una mamma di un bambino nato morto….

Jacinta Masters ricorda suo figlio, la nascita e le ore prima del parto, lo fa ringraziando una sconosciuta per averle reso il dolore più lieve: la mamma, straziata dal lutto, ha pubblicato su Facebook una lettera aperta che fa riflettere sul valore profondo della “compassione”.

Questa è una lettera aperta  indirizzata alla bella signora che questa mattina si è presa cura di me.

Tu non mi conoscevi. Ma sono venuta in negozio stamattina per rendere alcuni vestitini che avevo acquistato per il bambino che portavo in grembo.

Mi è stato detto che non potevo restituirli perché non avevo con me la carta di credito con la quale erano stati acquistati.

Io ho incominciato a piangere e ho raccontato che non volevo più quelle cose perché  stavo per andare in ospedale dove mi avrebbero indotto il parto per far nascere il mio bambino già morto.  Volevo restituire i vestiti perché non volevo più averli una volta tornata a casa. 

E nella frazione di secondo in cui ti ho rivelato tutto questo, ho visto la sincerità sul tuo volto. Hai convinto il tuo superiore a ignorare la politica del magazzino e a rimborsarmi.

Poi mi hai chiesto se avevo una coperta per avvolgerlo. Non ne avevo una. Era una delle cose di cui avrei avuto bisogno quella mattina. 

Ti sei avvicinata e mi ha abbracciato, lasciandomi piangere sulla tua spalla. 

Mi hai poi accompagnato nel reparto coperte e mi ha aiutato a sceglierne una. Blu con delle nuvole bianche sopra, come l’immagine del cielo. Era perfetta.

Alla cassa ho provato a pagare. Ma hai messo via i miei soldi e li hai presi dal tuo portafogli. Ho pianto ancora. E ti ho detto: “Sei proprio un angelo”. Non avevo parole. Non sapevo come ringraziarti!

Ho pianto per tutti il tragitto fino all’ospedale. Mi sono seduta di fronte all’ospedale e sono rimasta lì per 15 minuti, piangendo e tenendo stretta la coperta del mio bambino.

Io non ti conosco e non so neanche il tuo nome. Ma voglio che tu sappia quanto ti sono grata per quello che hai fatto per me e il mio piccolo Sammy.

Voglio solo che tu sappia che è stato di grande conforto stringere la coperta durante le contrazione e avvolgervi il mio bambino quando è nato.

E non potrò mai dimenticare quello che hai fatto per me e per il mio piccolo.Sei veramente un angelo e ti ringrazio dal profondo del mio cuore!!“.


Facebook della mamma


Un giorno dormirò… e mio Padre verrà a prendermi. Mi sveglierò nella sua casa, nella mia vera vita !

La morte spiegata da una bambina di undici anni col cancro in fase terminale 



Quando sarò morta penso che mamma sarà molto triste e avrà molto nostalgia. Ma non ho paura di morire. Non sono nata per questa vita…

Come cancerologo, forte dalle mie 29 anni di esperienza, posso affermare che sono cresciuto e ho cambiato grazie ai drammi vissuti dai miei pazienti.

Non conosciamo bene la nostra vera dimensione fin tanto confrontati all’avversità, non scopriamo che siamo capaci di andare molto più avanti…

Mi ricordo con commozione dell’ospedale “do Câncer” di Pernambuco in Brazil, dove ho fatto i miei primi passi in quanto professionista…

Ho iniziato a frequentare il servizio dei bambini e mi sono appassionato dall’oncopediatria. Ho vissuto il dramma dei miei piccoli pazienti, vittime innocente del cancro.

Con la nascita della mia prima bambina ho iniziato a tremare alla vista della sofferenza dei bambini.

Fino al giorno in cui un angelo è passato accanto a me !

Il mio angelo è stato una bambina di 11 anni, provata da lunghi anni di cure, di manipolazioni, d’iniezionie di tutti disaggi causati dalle chemioterapie e radioterapie. Ma non ho mai visto questo mio piccolo angelo mollare. L’ho visto piangere, spesso. Ho visto anche la paura nei suoi piccoli occhi, ma questo è umano.

Un giorno, sono arrivato all’ospedale molto presto e ho trovato da sola nella sua camera. Le ho chiesto dove era sua madre. Ancora oggi non riesco a raccontare la sua risposta senza provare una profonda commozione.

“-Sai, mi dice, mia madre lascia qualche volta la mia stanza per andare a piangere nascosta nei corridori... Quando morirò avrà una grande tristezza, della nostalgia. Ma non ho paura di morire. Non sono nata per questa vita.

- E la morte, che cosa è per te, tesoro?

- Sai, quando siamo piccoli, qualche volta andiamo a dormire nel letto dei nostri genitori, e l’indomani ci ritroviamo nel nostro proprio letto, non è vero ? (Mi sono ricordato delle miei ragazzine, dall’età di 6 e 2 anni all’epoca, con esse facevamo esattamente la stessa cosa quando non stavano bene…) E’ lo stesso, continuò mio angelo, un giorno dormirò… e mio Padre verrà a prendermi. Mi sveglierò nella Sua casa, nella mia vera vita !"

Sono rimasto sbalordito, non sapevo cosa dire. Stupito dalla maturità precoce – forgiata dalla sofferenza -, la visione e la spiritualità di questa piccola bambina.

- E mia madre avrà una grande pena… della nostalgia", riprese il mio angelo.

Allora cercando di ritenere le miei lacrime le ho chiesto:

"- cosa significa per te, la nostalgia, tesoro ?

- La nostalgia? E’ l’amore che rimane !"

Mio piccolo angelo se n’è andato, già da molti anni. Ma mi ha lasciato una lezione che ha contribuito a migliorare la mia vita, a provare di essere più umano ed attento coni i miei pazienti, a ripensare i miei valori.

Quando viene la notte, se il cielo è chiaro e che vedo una stella, la chiamo “il mio angelo” che risplende nel cielo. Immagino che è una stella folgorante nella sua nuova ed eterna casa.

Grazie mio piccolo angelo, per la bella vita che hai avuto, per le lezioni insegnate, per l’aiuto dato. Che buona cosa che la nostalgia esiste !

L’amore che è rimasto è eterno…

Tradotto dal francese  Aleteia.fr